Ricette e curiosità - Piccantino 2024-11-21T12:11:18+01:00 Zend_Feed_Writer https://www.piccantino.ch/it-CH Piccantino svizzera@piccantino.com https://www.piccantino.ch/it-CH <![CDATA[Ricetta di Natale: pan di zenzero polacco!]]> 2022-12-13T00:00:00+01:00 2022-12-13T00:00:00+01:00 https://www.piccantino.ch/it-CH/info/ricettario-curiosita/ricetta-di-natale-pan-di-zenzero-polacco Piccantino svizzera@piccantino.com https://www.piccantino.ch/it-CH In Polonia il pan di zenzero è un elemento indispensabile del Natale. Una torta ricca di aromi speziati, dal gusto delizioso e intenso, che praticamente viene preparata in tutte le case per le feste. La sua preparazione è una tradizione festosa che si celebra in famiglia ed è particolarmente amata dai più piccoli. Accanto a "karpia", cioè la carpa, i "pierogów", cioè i pierogi, una sorta di ravioli, e il "kapusty z grzybami", un piatto a base di cavoli e funghi, il pan di zenzero è un vero simbolo del Natale polacco. L'impasto del pan di zenzero è solitamente a base di farina di frumento e di segale, che si possono miscelare in un rapporto di 1:1 oppure anche utilizzare solo la prima, ed è lievitato sia con lievito per dolci che con bicarbonato di sodio. Per conferire al dolce il suo caratteristico gusto e profumo, vengono aggiunti all'impasto del miele e diverse spezie. Al posto del miele è possibile utilizzare anche del caramello. Le spezie tipicamente utilizzate sono cannella e chiodi di garofano. In quantità minori si possono usare anche noce moscata , zenzero e pimento. Volendo è possibile utilizzare anche delle miscele di spezie per pan di zenzero già pronte. Il pan di zenzero va preparato qualche giorno prima in modo che acquisti la giusta consistenza. È meglio conservarlo in un luogo fresco e asciutto, dove può "riposare" anche per diversi mesi. Ecco una ricetta per il pan di zenzero natalizio polacco: Ingredienti: 35 g di miele 20 g di zucchero 4 uova 2 cucchiai di acqua 1 cucchiaio di burro 1 kg di farina 2 cucchiaini di bicarbonato di sodio 1 cucchiaino di cannella in polvere 1 cucchiaino di chiodi di garofano macinati caramello ottenuto con un cucchiaino di zucchero 20 g di noci tritate grossolanamente 10 g di uvetta ammollata burro per ungere lo stampo Preparazione: Preriscaldare il forno a 160 °C. Montare il burro fino a quando non ha la consistenza a pomata. Aggiungere i tuorli sbattuti con lo zucchero, la farina mescolata con il bicarbonato di sodio, il miele sciolto in un pentolino e il caramello (prepararlo con un cucchiaino di zucchero e pochissima acqua finché assumerà un colore marrone). Mescolare con un cucchiaio fino ad ottenere un impasto liscio. Aggiungere le noci e l'uvetta. Aggiungere le spezie e gli albumi montati a neve. Mescolare accuratamente dal basso verso l'alto e versare in uno stampo da plumcake unto. Cuocere per circa 50 minuti. Fare la prova stecchino prima di tirar fuori dal forno. Lasciar raffreddare completamente prima di togliere dallo stampo. La ricetta può essere variata, si possono aggiungere altri ingredienti e altri possono essere omessi... come tutte le ricette tradizionali, ogni famiglia ha la propria! C'è chi lo prepara senza noci e uvetta e chi lo ricopre di cioccolato oppure di marmellata una volta che il dolce si è raffreddato. La creatività non ha limiti! Allora, che ne dici? Perché non stupire la tua famiglia e i tuoi ospiti questo Natale con il pan di zenzero polacco? Una bella novità per festeggiare in modo diverso dal solito! Non ci resta che augurare a tutti Buon Natale! Grazie ad Aleksandra del nostro team polacco per la ricetta e per questo articolo. <![CDATA[Chutney - Un condimento saporito per una grande varietà di piatti]]> 2022-12-06T00:00:00+01:00 2022-12-06T00:00:00+01:00 https://www.piccantino.ch/it-CH/info/ricettario-curiosita/chutney-un-condimento-saporito-per-una-grande-varieta-di-piatti Piccantino svizzera@piccantino.com https://www.piccantino.ch/it-CH Aromatico, colorato e dal gusto intenso: ecco come si può descrivere un chutney, un condimento a base di frutta e/o verdura fresca e spezie esotiche. Non c'è da stupirsi, visto che è originario dell'India, la patria di colori vivaci, dei sapori appetitosi e delle spezie intensamente aromatiche. Ispirazione per cuochi casalinghi e chef professionisti Durante il periodo coloniale, gli inglesi che avevano scoperto i chutney durante il loro soggiorno nel subcontinente indiano, portarono questo allora sconosciuto condimento in Europa al loro ritorno. Queste deliziose salse, a base di frutta, cipolle e spezie furono così apprezzate, che legioni di cuochi in Inghilterra, sia in casa che presso le case in cui lavoravano, iniziarono a creare le loro ricette utilizzando ingredienti locali. I frutti esotici, come mango e ananas, furono sostituiti con altri frutti come albicocche, prugne, ciliegie o varietà più dolci di zucca. I vecchi libri di cucina contengono ricette sorprendentemente raffinate e suggerimenti per la preparazione. L'idea comune, che è comunque errata, secondo cui i chutney, come le salse, vengono usati per mascherare il sapore di piatti riusciti male, non potrebbe essere più lontana dalla verità. Nella gastronomia di alto livello, infatti, lo sviluppo e la produzione di chutney è considerata una disciplina a sé stante ed è dominio di specialisti altamente qualificati. La parola "chutney", d'altra parte, deriva da "chaatna" che significa "leccare" in hindi... il che fa venire in mente "leccarsi i baffi"! Sapori diversi e appetitosi I chutney si possono trovare in un'impressionante varietà di sapori, che vanno dal fruttato, al piccante al dolce, ma sono sempre meravigliosamente speziati. Sia a casa che nei ristoranti di lusso si possono servire in tantissimi modi: come condimento per i cibi alla griglia, per accompagnare terrine di pesce, per rendere più interessante una cotoletta, come aggiunta ad un delizioso tagliere di formaggi o come parte di un piatto di antipasti. Questo piccolo tesoro dal gusto intenso viene sempre apprezzato ed esalta tantissime pietanze. I chutney stimolano l'appetito, completano un buon piatto e mostrano anche un po' di spirito cosmopolita con la loro vasta gamma di sapori. Inoltre, durante l'inverno, quando fa freddo e buio, queste bombe aromatiche dai colori vivaci aggiungono un tocco di allegria e vivacità a tavola. Possiamo concludere dicendo che un delizioso chutney è sempre un regalo gradito e una buona idea per ogni occasione, anche durante le feste natalizie. Se vuoi provare a fare un chutney fatto in casa, ecco una ricetta base: 1 kg di frutta fresca o verdura dolce (zucca o barbabietola) 250 grammi di zucchero da 0,25 a 0,5 L di aceto (usare più aceto per la frutta dolce e meno aceto per la frutta acida) 1 cipolla grande o 2 cipolle gialle medie olio dal sapore neutro, ad es. olio di girasole 2 cucchiai di senape in polvere o semi di senape tritati grossolanamente 1 cucchiaino di sale Procedimento Scaldare un po' d'olio in una padella e rosolare la cipolla tritata molto finemente fino a renderla traslucida. Aggiungere l'aceto e lo zucchero, portare a ebollizione e incorporare gli altri ingredienti. Copriee e far cuocere a fuoco lento per almeno 20 minuti. Controllare ogni tanto per assicurarsi che il composto non si asciughi troppo. Aggiungere un po' d'acqua se necessario, ma non troppo, perché il chutney alla fine deve contenere pochissimo liquido. Per conservarlo a lungo, versarlo in vasetti sterilizzati e ben chiusi e riporre il chutney in un luogo buio e fresco. Variazioni: puoi aggiungere un tocco personale a questa ricetta aggiungendo le tue spezie preferite, come peperoncino o zenzero, oppure aggiungendo un po' di alcool, come whisky o un vino dolce. <![CDATA[3 consigli per rendere irresistibili le mele al forno!]]> 2022-11-29T00:00:00+01:00 2022-11-29T00:00:00+01:00 https://www.piccantino.ch/it-CH/info/ricettario-curiosita/3-consigli-per-rendere-irresistibili-le-mele-al-forno Piccantino svizzera@piccantino.com https://www.piccantino.ch/it-CH Le mele al forno sono un dolce semplicemente perfetto per la stagione fredda, quando le giornate si accorciano e l'aria frizzante della sera invita a ritirarsi al calduccio in casa e godersi una bella tazza di tè e un dolcetto casalingo. Le mele cotte evocano spesso ricordi d'infanzia, o le fiabe, con la loro atmosfera un po' magica. Inoltre, la cosa migliore di tutto ciò, è che per preparare delle ottime mele al forno non sono necessarie particolari abilità o una lunga preparazione. Allora, come si fa a rendere davvero irresistibile una semplice mela al forno? Siccome il tre è da sempre considerato il numero perfetto, di seguito ti proponiamo 3 consigli d'oro per ottenere un risultato strepitoso! Numero uno: la varietà di mele Prima di tutto, la scelta della varietà di mela da utilizzare è più una questione di consistenza piuttosto che di gusto. La mela deve essere soda, per evitare che durante la cottura in forno si sfaldi e che si spappoli una volta che vogliamo servirla. Tra le varietà più adatte c'è la bella di Boskoop, una sorta di mela renetta originaria dell'Olanda, ma anche le varietà Cox Orange, Berlepsch, Jonagold e Gravensteiner vanno bene. Molte persone apprezzano che la mela abbia un sapore più aspro, considerando che ci sono altri ingredienti che andranno ad aggiungere dolcezza alla preparazione. Numero due: il ripieno Con l'utensile giusto è tutto più facile. Una massima che vale ovviamente anche in cucina. In questo caso, un levatorsoli può rivelarsi particolarmente utile. Non importa se lo utilizzi poche volte all'anno, vale la pena averlo in cucina per ottenere delle mele al forno perfette. Un altro accorgimento: nel levare il torsolo alla mela, fai attenzione a non bucare anche il fondo del frutto, altrimenti tutto il ripieno uscirà da sotto e addio magia! A proposito del ripieno, ci sono ovviamente moltissime varianti. Il ripieno classico è piuttosto semplice e prevede l'utilizzo di mandorle o altra frutta secca, possibilmente un po' di marzapane, uvetta, zucchero, cannella o miele. Ai più raffinati piace aggiungere anche qualche goccia di Amaretto o Cointreau. Una volta che tutti gli ingredienti sono stati amalgamati formando un impasto omogeneo, si passa a farcire le mele. La quantità di ripieno deve riempire bene l'incavo lasciato dopo aver levato il torsolo. Numero tre: la cottura Ciò che molti ignorano è che per una cottura perfetta ci vuole la giusta umidità, quindi è meglio ricoprire il fondo della teglia con del liquido. La cosa migliore è preparare una miscela di succo di mela e vino bianco. Nel caso in cui la ricetta sia per i bambini si può omettere il vino e aromatizzare il succo di mela con dei chiodi di garofano. A seconda delle caratteristiche del proprio forno, le mele dovrebbero cuocere a 160-180 °C in forno ventilato o a 180-200 °C in forno statico con calore superiore/inferiore. A seconda delle loro dimensioni, le mele saranno cotte dopo 20 o 30 minuti. Le mele al forno si possono servire con una salsa alla vaniglia o con del gelato alla vaniglia, dipende dai gusti. C'è anche chi preferisce gustarle "in purezza", senza aggiunte. Le mele al forno si possono accompagnare con un vino dolce o con il vin brulé. Per chi non ama gli alcolici, possiamo consigliare un tè nero delicato, oppure un oolong o un rooibos che esaltano il gusto della mela. Non hai una ricetta per un ripieno goloso a portata di mano? Ti aiutiamo proponendoti la versione classica del ripieno per le mele al forno, sperando che ti piaccia! Ingredienti per circa 4 mele: 40 g di uvetta o altra frutta essiccata (albicocche, prugne, ecc.) 4 cl di rum, Amaretto o Cointreau 40 g di frutta secca tritata (noci, nocciole) 30 g di mandorle tritate 70 g di marzapane 1 pizzico di cannella in polvere 1 pizzico di chiodi di garofano macinati (facoltativo) Tostare brevemente le noci e le mandorle tritate in una padella e versarle in una ciotola. Mescolare con tutti gli altri ingredienti fino a ottenere un impasto omogeneo. Lasciare riposare brevemente, farcire le mele e infornare. <![CDATA[Gulasch, il piatto nazionale ungherese]]> 2022-11-08T00:00:00+01:00 2022-11-08T00:00:00+01:00 https://www.piccantino.ch/it-CH/info/ricettario-curiosita/gulasch-il-piatto-nazionale-ungherese Piccantino svizzera@piccantino.com https://www.piccantino.ch/it-CH Il gulasch, o meglio la zuppa di gulasch (in ungherese: gulyásleves) prende il nome dalla persona che custodiva il "guly", ovvero la mandria di bovini. In ungherese il termine "gulyás" è un aggettivo, che in italiano potremmo tradurre come "alla bovara". Fin dal X secolo, i mandriani, ovvero i "gulyás", usavano preparare una zuppa a base di carne in paioli messi sul fuoco all'aperto durante il loro duro lavoro di custodi delle mandrie di bestiame. Solo nel XVIII secolo questa pietanza iniziò ad apparire sulla tavola del popolo e della borghesia, giungendo persino alle tavole degli aristocratici. Dall'Ungheria, il gulasch si è poi diffuso in tutta l'Europa centro-orientale, dove la ricetta originaria ha subito talvolta modifiche. Ad esempio, in molti paesi la zuppa viene cotta a lungo facendola restringere fino a ottenere un piatto simile al nostro spezzatino. Come tutte le ricette popolari, inoltre, ogni regione, o addirittura ogni famiglia, ha sviluppato la propria ricetta che ha poi tramandato di generazione in generazione. Di seguito proponiamo invece la ricetta originale, quindi della zuppa di gulasch, proprio come vuole la tradizione in Ungheria. Gli ingredienti principali della zuppa, che è diventata un piatto nazionale ungherese, includono peperoni, patate, carote, cumino e carne di manzo. Al giorno d'oggi, tuttavia, vengono spesso utilizzati anche altri tipi di carne al posto del manzo, ad esempio carne di pecora, maiale o persino il pollame. Ma bando alle ciance! È arrivato il momento di mettersi ai fornelli! Ingredienti: 600 g di stinco di manzo (o altro tipo di carne a scelta) 400 g di patate 300 g di cipolle rosse 2 carote grandi 1 rapa grande 1 peperone bianco 1 gambo di sedano 1 pomodoro 3 spicchi d'aglio 1 cucchiaio di sale 1,5 cucchiai di paprika dolce (volendo 1 cucchiaio di paprika dolce e ½ di paprika piccante) 1 cucchiaino di pepe nero 1 cucchiaino di cumino macinato 2 foglie di alloro ½ mazzetto di prezzemolo 5 foglie di sedano 2 cucchiai di olio o burro 2,5 litri d'acqua In questa ricetta, la zuppa di gulasch viene servita con un particolare tipo di pasta ungherese chiamata "csipetke", una sorta di gnocchetti. Per la pasta occorrono: 80 g di farina 00 1 uovo 1 cucchiaino di sale Una volta che avrai a disposizione tutti gli ingredienti potrai iniziare la preparazione. Tieni presente che il tempo di cottura può variare a seconda del tipo di carne che hai scelto. Il pollame, ad esempio, richiede un tempo di cottura più breve. Preparazione: Sciacquare la carne, asciugarla bene, tagliarla a cubetti di circa 2 cm e tenerla da parte. Mondare le cipolle e tagliarle a cubetti. Quindi soffriggerle in una pentola capiente in cui è stato messo l'olio (o il burro). Aggiungere la paprika, sfumare con 1,5 dl d'acqua e lasciar cuocere fino a quando non si consuma il liquido. Aggiungere la carne e rosolarla fino a quando sarà ben sigillata da tutti i lati. Condire con sale e pepe, aggiungere il cumino e l'aglio schiacciato, il pomodoro a cubetti, il peperone mondato tagliato in due parti e le foglie di alloro. Far cuocere coperto a fuoco dolce per 90 minuti. Nel frattempo preparare la pasta. Mescolare gli ingredienti fino a formare un impasto omogeneo e sodo. Formare con le dita dei piccoli gnocchetti strappando pezzetti di impasto della grandezza dei ceci e metterli da parte. Tagliare a cubetti le verdure (carote, rapa, sedano e patate) e aggiungerle alla zuppa insieme alle foglie di sedano e al prezzemolo tritati. Aggiungere 2 - 2,5 litri d'acqua. Coprire e far cuocere a fuoco dolce per altri 50 minuti. La zuppa è quasi pronta. Aggiungere la pasta (gnocchetti) preparati in precedenza. Cuocere per altri 10 minuti. Servire la zuppa calda. Questa volta la ricetta proviene da Gábor, un membro del nostro team di traduttori ungheresi. Buon divertimento e buon appetito... anzi Jó étvágyat! <![CDATA[Con Tartuflanghe nel regno dei tartufi]]> 2022-10-12T00:00:00+02:00 2022-10-12T00:00:00+02:00 https://www.piccantino.ch/it-CH/info/ricettario-curiosita/con-tartuflanghe-nel-regno-dei-tartufi Piccantino svizzera@piccantino.com https://www.piccantino.ch/it-CH Ogni anno, da ottobre a fine novembre, Alba e i paesi limitrofi delle Langhe piemontesi si trasformano in un paradiso gastronomico, perché è proprio qui che prospera il famoso tartufo bianco. Per celebrare questo vero tesoro della natura, la città ospita in questo periodo il Festival Internazionale del Tartufo Bianco, un evento di fama mondiale. Qui i buongustai provenienti da ogni parte del globo possono degustare specialità al tartufo e acquistare anche i migliori prodotti a base di questo pregiato prodotto. Con le sue radici nella pittoresca cittadina piemontese di Alba, Tartuflanghe è uno dei produttori di specialità al tartufo più conosciuti al mondo. La ricerca del tartufo ha una lunga tradizione presso l'azienda, che si impegna da sempre ad offrire la massima qualità e a presentare nuovi prodotti. In passato il tartufo veniva messo "sulle" tagliatelle, ma Tartuflanghe lo ha messo direttamente "dentro" alla pasta. Come si sa, il tartufo resta fresco solo per pochi giorni. Gli esperti di Tartuflanghe hanno sviluppato un processo di crioessiccazione che permette di preservare al meglio il tartufo. In origine il tartufo era un prodotto raro ed esclusivo, che solo pochi eletti potevano permettersi. Tartuflange ha ampliato la cerchia dei consumatori proponendo questa particolare varietà di fungo in molte forme: da raffinate salse gourmet agli snack più sfiziosi. Inoltre, l'efficienza nella gestione e nella lavorazione della filiera ha permesso a Tartuflanghe di sviluppare un rapporto privilegiato con i migliori ristoranti e chef del mondo. Sono molti, infatti, gli chef che creano prodotti innovativi al tartufo nei laboratori di ricerca e sviluppo dell'azienda. La storia di Tartuflanghe risale al 1968, quando Beppe Montanaro aprì un ristorante specializzato in funghi e tartufi nel comune di Alba. Qualche anno più tardi, ebbe una nuova idea imprenditoriale e nel 1975 fondò l'azienda Tartuflanghe a Piobesi d'Alba insieme alla moglie, Domenica. Oggi Tartuflanghe possiede oltre 20 ettari di tartufaie nelle regioni delle Langhe, del Roero e del Monferrato. I tartufai si occupano della raccolta nelle aree boschive, e non appena questi preziosi tesori dalle forme bizzarre arrivano in azienda, vengono attentamente esaminati, selezionati e catalogati secondo le loro qualità sensoriali ed estetiche. I tartufi migliori vengono spediti freschi in tutto il mondo. Gli altri invece vengono impiegati per realizzare i vari prodotti ideati dal team di Tartuflanghe. Le prime specialità al tartufo sono state sviluppate per dare ai clienti la possibilità di assaporare il gusto ineguagliabile del tartufo anche fuori stagione. Con questo obiettivo in mente, nel 1990 è stata creata la prima pasta al tartufo al mondo: "Tartufissima". Nel 1992 il prodotto è stato riconosciuto come la migliore novità dell'anno al Summer Fancy Food Show di New York. Alla gamma si sono poi aggiunti altri prodotti, come risotti, polenta e fonduta di formaggio. Le ricette create da Beppe rispecchiano l'autentica cucina tradizionale piemontese e hanno conquistato in breve tempo il mercato dell'alta cucina. Tartuflanghe ha ottenuto svariate certificazioni internazionali, come ad esempio l'IFS (International Featured Standards) e il BRC (British Retail Consortium). Marchi riconosciuti dalla Global Food Safety Initiative. Questi standard internazionali sono considerati una qualifica fondamentale nell'industria alimentare e dimostrano l'impegno per la sicurezza, la qualità e la legalità degli alimenti. Sono indice, inoltre, di un impegno costante alla ricerca di nuovi sviluppi e ad un miglioramento continuo del prodotto e dei processi di lavorazione. <![CDATA[Polenta e carbonada, una prelibatezza valdostana]]> 2022-10-11T00:00:00+02:00 2022-10-11T00:00:00+02:00 https://www.piccantino.ch/it-CH/info/ricettario-curiosita/polenta-e-carbonada-una-prelibatezza-valdostana Piccantino svizzera@piccantino.com https://www.piccantino.ch/it-CH In quanto piemontese la polenta fa praticamente parte del mio DNA. Sì, perché questo piatto della tradizione è da sempre presente sulle tavole dei piemontesi, come anche dei lombardi, dei trentini, dei veneti… insomma di tutte le regioni del Nord Italia e non solo. La polenta come la conosciamo oggi, ovvero la polenta “gialla”, cioè a base di farina di mais, si è diffusa in Italia ovviamente solo dopo la scoperta dell’America, quando il granturco venne importato in Europa. Prima di allora la polenta veniva preparata con altri cereali, come l’orzo, il farro, la segale o il miglio, in quanto si tratta di un piatto davvero antichissimo. Con l’introduzione del mais e la sua ampia diffusione in tutta Italia, in particolar modo nella Pianura Padana, in breve tempo la polenta divenne l’alimento di base dei ceti popolari e contadini dando vita a una vera e propria “civiltà della polenta”. C’è polenta e polenta Anche se in Piemonte parlando di polenta viene subito in mente quella classica di mais, in realtà ne esistono di tantissimi tipi diversi che si preparano con diversi tipi di farina. Ad esempio c’è la polenta taragna, tipica della Valtellina e di altre zone della Lombardia, che si prepara con una miscela di farina di mais e di grano saraceno che le conferisce un colore scuro. In Friuli e nell’entroterra veneto, invece, è diffusa la polenta bianca, ottenuta dalla farina del mais Biancoperla, un presidio Slow Food che si distingue per i chicchi di colore bianco perlaceo. La polenta bianca viene servita come contorno a svariati piatti a base di pesce. Nelle zone appenniniche della Toscana e dell’Emilia Romagna esiste la “polenta dolce”, a base di farina di castagne. Per non parlare della polenta che viene preparata in altri paesi del mondo, dall’Africa all’America latina… insomma, di polente ce ne sono davvero di tantissimi tipi! Un alimento versatile Uno dei motivi del successo della polenta, oltre ovviamente alla reperibilità e al costo contenuto, è sicuramente la sua versatilità. In passato la polenta era praticamente utilizzata come un sostituto del pane e in molte regioni settentrionali veniva mangiata ogni giorno. La polenta può essere un primo piatto, un piatto unico o un contorno, la si può preparare più soda o più “lenta”. Si può ripassare al forno e farne degli sformati, oppure friggerla e farla diventare croccante. C’è chi la preferisce semplice chi invece condita con i formaggi, accompagnata con la carne oppure con i funghi o le verdure. Polenta e carbonada alla valdostana La versione che ti proponiamo è un classico della cucina valdostana. In Valle la polenta si può gustare sia semplice che “concia”, ovvero condita abbondantemente con burro e formaggi, tra cui la famosa Fontina. Per una versione più light meglio optare per la polenta “in purezza”, se invece ami i piatti ricchi e saporiti puoi “conciare” la polenta a tuo piacimento. Se non riesci a trovare la Fontina puoi scegliere altri tipi di formaggio e farli sciogliere nella polenta calda a fine cottura. Un grande classico in Valle d’Aosta è la polenta con la salsiccia, oppure con la carbonada, praticamente una sorta di spezzatino di carne di manzo a lunga cottura di origine belga. Un piatto perfetto da gustare nelle fredde serate autunnali o invernali, non solo in montagna. Preparazione della polenta La polenta tradizionalmente viene cotta a lungo in un paiolo di rame sul fuoco del camino o della stufa e mescolata continuamente con un bastone di legno. Ovviamente oggi non è così semplice seguire questo procedimento, quindi la polenta si può cuocere in una normale pentola capiente sul piano di cottura che hai a disposizione. L’importante è che venga mescolata continuamente per evitare che si attacchi e si bruci. Io solitamente utilizzo una buona farina di mais bramata che faccio cuocere per almeno 45 minuti. Le quantità per 4 persone, come piatto unico, sono: 350 g di farina di mais e 2 litri d’acqua salata. Basta portare a ebollizione l’acqua e, passaggio importantissimo, versare la farina a pioggia e poca per volta mescolando bene per evitare che si formino grumi. La polenta deve cuocere a fuoco dolce ed essere continuamente mescolata, quindi bisogna avere buone braccia! Per quanto sia semplice, preparare la polenta può essere lungo e faticoso. Volendo è ovviamente possibile utilizzare una farina per polenta precotta ma, a mio parere, vale la pena faticare un po’ per assaporare il vero gusto della polenta! Se opti per la versione concia, prepara i formaggi che hai scelto tagliandoli a dadini che andrai ad aggiungere alla polenta a fine cottura insieme a una generosa porzione di burro. Ricetta della carbonada Per preparare una carbonada deliziosa ci vuole un po’ di pazienza e dei buoni ingredienti. Per marinare la carne bisognerebbe optare per un vino rosso corposo mentre per la carne si può scegliere il taglio in base ai propri gusti, l’importante è che sia di vitello e non troppo grassa (io preferisco la noce o la sottofesa). Ingredienti per 4 persone: 800 g di polpa di vitello 1 carota 1 costa di sedano 1 cipolla 2-3 chiodi di garofano una stecca di cannella ⅔ foglie di alloro 60 g di burro farina sale pepe 1 cucchiaio olio extravergine di oliva 1 L di vino rosso Procedimento Preparare la marinatura con il vino, le spezie e le verdure tagliate a pezzi. Aggiungere la carne tagliata a dadini di 3/4 cm e lasciar marinare in frigo coperta per circa 8-10 ore. Trascorso il tempo della marinatura scolare la carne e asciugarla bene con della carta assorbente. Infarinare poi i pezzetti di carne e tenerli da parte. In una pentola capiente far sciogliere il burro con l’olio d’oliva. Rosolare quindi la carne a fuoco vivo per sigillarla bene. Aggiungere il vino della marinatura (senza verdure) e cuocere per circa 1 ora a fuoco medio. Aggiungere quindi le verdure della marinatura e le spezie, regolare di sale e pepe e cuocere per altre 2 ore circa a fiamma bassissima fino a quando la carne sarà tenera e si sarà addensato il sugo. Servire la carbonada calda con la polenta. Grazie a Paola del nostro team italiano per la ricetta e per questo articolo. <![CDATA[Miele: un prodotto naturale dal valore inestimabile ]]> 2022-10-04T00:00:00+02:00 2022-10-04T00:00:00+02:00 https://www.piccantino.ch/it-CH/info/ricettario-curiosita/miele-un-prodotto-naturale-dal-valore-inestimabile Piccantino svizzera@piccantino.com https://www.piccantino.ch/it-CH Il miele è naturalmente ricco di zuccheri, che ne costituiscono il 75%, principalmente sotto forma di fruttosio e glucosio. Per questo è un'ottima alternativa allo zucchero tradizionale e numerosi studi ci spiegano il perché. A seconda della varietà, il miele contiene preziosi minerali, oligoelementi, vitamine, enzimi e sostanze fitochimiche come i composti fenolici. Studi condotti in tutto il mondo hanno ripetutamente dimostrato i benefici del miele sulla nostra salute. Tuttavia, altre proprietà che gli vengono attribuite, come effetti curativi o antibatterici, non possono essere concretamente confermate per una ragione ovvia: i risultati variano da miele a miele. Nella scelta del tipo di miele, il nostro consiglio è quello di lasciarti guidare dal gusto. Provando e riprovando, troverai sicuramente il tuo miele preferito! Una cosa che però potrebbe aiutarti nella scelta è la distinzione approssimativa tra miele di fiori e miele di melata. Flower power e un battito d'ali Il miele di fiori può essere monorigine o misto. Il miele monorigine deve contenere almeno il 51% di una singola specie vegetale. Il più delle volte, gli apicoltori collocano gli alveari vicino a grandi popolamenti di piante nel periodo della loro fioritura, come ad esempio vicino a boschi di abeti rossi, prati di trifoglio o campi di colza. In questi casi può verificarsi che la proporzione relativa a queste particolari piante sia anche di molto superiore al 51%. Il miele millefiori, o misto, è l'opposto: proviene da una serie di fiori diversi ed è considerato più rispettoso dell'ambiente. La maggior parte di questi tipi di miele contiene ancora più nutrienti rispetto alle varianti monovarietali. Anche la pappa reale ricopre un ruolo di particolare importanza: il polline dei fiori delle api nutrici viene arricchito con enzimi prodotti delle loro stesse ghiandole al fine di ottenere cibo larvale per le future api regine. Il miele arricchito con la pappa reale è considerato un "superfood delle api" perché ha alte concentrazioni di aminoacidi, minerali e vitamine. Spesso sulle etichette del miele si possono trovare le diciture "estivo" o "precoce", che altro non sono che un'indicazione del periodo di fioritura. In termini di gusto, si può spaziare dal floreale al fruttato e persino all'acidulo, dal leggermente dolce allo speziato e all'amaro. In quanto prodotto naturale diretto, il miele è soggetto a fluttuazioni naturali. Ogni annata è unica, proprio come i fiori. Miele di melata: dagli afidi alle api Quando gli afidi si nutrono e digeriscono la linfa delle piante, espellono una secrezione zuccherina chiamata melata. Le api raccolgono questo prezioso sciroppo come alternativa al nettare e il risultato è un miele che colpisce per il suo colore particolarmente scuro, spesso rossastro e che ha un ottimo sapore speziato e maltato, spesso con un distinto retrogusto di liquirizia o un delicato finale mentolato. In commercio solitamente si trova il miele di melata con il nome di "miele di bosco", questo perché solitamente è un miele che viene prodotto dove ci sono boschi prevalentemente di conifere. Se il miele proviene principalmente da boschi in cui ci sono molti abeti bianchi, allora viene chiamato "miele di abete". Oltre che per una pronunciata varietà di aromi, il miele di melata si distingue anche per la sua consistenza. Rimane infatti piuttosto liquido per molto tempo ed è quindi ideale per dolcificare le bevande o per creare marinate e glasse oppure ancora come decorazione per dessert o piatti salati, come il formaggio. Questo miele si sposa bene anche con le verdure come i peperoni verdi o le cipolle rosse grazie al suo gusto particolarmente aromatico. Il miele è vegan? Non proprio. Chi segue una dieta vegana di solito preferisce evitare il miele, perché le api nel loro incessante lavoro di raccolta volano innumerevoli chilometri - secondo alcuni calcoli, persino il corrispettivo di 2,5 orbite intorno al mondo - per produrre soli 500 grammi di miele. Quindi a volte si preferisce fare affidamento su altre alternative a base vegetale. Se ne trovano diverse in commercio, come ad esempio il cosiddetto miele di tarassaco, che le nostre nonne e bisnonne facevano con fiori di tarassaco e zucchero. Tuttavia, bisogna sottolineare che a questi prodotti vegan mancano molti degli ingredienti preziosi per i quali il miele viene così spesso elogiato. Qualunque sia la varietà prescelta, con il miele tutti possono godere di uno straordinario prodotto naturale che merita molto rispetto, perché è il dono di un affascinante micro-mondo e l'orgoglio di piccoli animali fantastici e operosi. <![CDATA[Quattro ricette per l'autunno]]> 2022-09-21T00:00:00+02:00 2022-09-21T00:00:00+02:00 https://www.piccantino.ch/it-CH/info/ricettario-curiosita/quattro-ricette-per-lautunno Piccantino svizzera@piccantino.com https://www.piccantino.ch/it-CH Ricetta 1: Capriolo con olive nere Miscela di spezie Herbaria: Passeggiata nel bosco Ricetta gourmet di Konrad Geiger Tempi di preparazione: preparazione, 25 minuti / cottura, 1 ora / tempo di riposo, 40 minuti Ingredienti per 4 persone: 1,2 kg di coscia di capriolo, 50 g di olive nere tagliate a metà e snocciolate, 2 cucchiai di miscela di spezie "Passeggiata nel Bosco" di Herbaria, 120 g di burro, 10 ml di vino porto, 50 ml + 600 ml di brodo di carne, 3 cucchiai di olio d'oliva, 100 g di polenta grossa, 2 g di funghi porcini secchi, 1 cucchiaio di crème fraîche, "Salgemma Siciliano" di Herbaria, pepe "Trio Noir" di Herbaria, noce moscata grattugiata Lardellare il cosciotto di capriolo con le olive nere e strofinare generosamente con la miscela di spezie "Passeggiata nel Bosco". Soffriggere la carne nel burro da tutti i lati in modo che sia perfettamente sigillata, proseguire quindi la cottura in forno a 185 °C per 20 minuti cospargendo spesso con il fondo di cottura. Togliere dal forno, disporre la carne su un piatto, coprire con un foglio di alluminio e lasciar riposare da parte. Preparare la salsa con il fondo di cottura della carne trasferito in una casseruola. Aggiungere il porto e 50 ml di brodo di carne e ridurre della metà. Infine unire l'olio d'oliva e miscelare con un frullatore a immersione. Preparare la polenta ai porcini per accompagnare la carne. Portare a ebollizione 300 ml di brodo di carne con i funghi porcini secchi. Amalgamare la polenta con il resto del brodo freddo. Unire quindi il composto di polenta al brodo bollente. Coprire e far cuocere a fuoco basso per circa 30 minuti mescolando spesso. Condire con sale, pepe e noce moscata, quindi incorporare la crème fraîche. ************************************************** ********************************************** Ricetta 2: Rösti delizioso Miscela di spezie Herbaria: Prelibatezza Ingredienti per 1 Rösti grande (per 3-4 persone) 1 kg di patate a pasta gialla 2 cucchiai di mix di spezie "Prelibatezza" di Herbaria 5-6 cucchiai di olio d'oliva 200 g di crème fraîche, panna acida o yogurt sale e pepe Lavare bene le patate, cuocerle in una pentola con acqua salata per 20-30 minuti a seconda delle loro dimensioni. Volendo è possibile aggiungere un pizzico di cumino all'acqua di cottura delle patate per conferire loro una nota aromatica. Scolare le patate, farle raffreddare e lasciarle da parte per un giorno. Grattugiare quindi le patate con una grattugia a fori grandi preferibilmente semplicemente sul piano di lavoro in modo che non si schiaccino troppo. Condire con la miscela di spezie mescolando con molta attenzione. Scaldare 3 cucchiai di olio d'oliva in una padella ampia e antiaderente. Disporre le patate nella padella formando uno strato spesso e modellare delicatamente in modo che abbia uno spessore uniforme. Cuocere a fuoco medio per 12 minuti fino a quando non si forma una crosticina croccante. Girare il rösti aiutandosi con un coperchio o con un piatto piano abbastanza grande. Aggiungere un po' di olio nella padella e far scivolare di nuovo il rösti nella padella cuocendolo dall'altro lato per altri 12 minuti. Sformare quindi su un piatto da portata o su un tagliere di legno e tagliare a pezzi. Condire la crème fraîche con un pizzico di sale e pepe e servire il rösti insieme a un'insalata verde. Consiglio: il rösti si può preparare senza sbucciare le patate. Ciò permette non solo si risparmiare tempo, ma il rösti avrà anche un sapore decisamente migliore! ************************************************** ********************************************** Ricetta 3: Minestra di zucca Miscela di spezie Herbaria: Regina Zucca Ricetta gourmet di Konrad Geiger Tempi di preparazione: preparazione, 30 minuti / cottura, 1 ora Ingredienti per 4 persone: 500 g di zucca Hokkaido, 2 cucchiai di ghee (burro chiarificato), 1 cipolla a dadini, 1 spicchio d'aglio a dadini, 1 L di brodo vegetale, 250 ml di latte di cocco, 2 cucchiai di miscela di spezie "Regina Zucca", sale Lavare la zucca, tagliarla in quarti, privarla dei semi e dei filamenti interni e cuocerla in forno a 170 °C per 45 minuti. Tagliare quindi la zucca a pezzetti. Scaldare il burro chiarificato in una pentola, aggiungere le cipolle e l'aglio e soffriggere per 5 minuti fino a quando non diventano traslucidi. Far rosolare brevemente la zucca, aggiungere il brodo e il latte di cocco. Lasciar sobbollire per circa 15 minuti. A fine cottura frullare finemente con un mixer a immersione. Condire con la miscela "Regina Zucca" e sale. Servire caldo. Consiglio: servire con crostini di pane nero o grissini fatti in casa. ************************************************** ********************************************** Ricetta 4: Risotto al vino rosso e "Tartufo Fortunato" con ratatouille Miscela di spezie Herbaria: Tartufo Fortunato Ricetta gourmet di Konrad Geiger Tempi di preparazione: preparazione, 40 min / cottura, 18 min Ingredienti per 4 persone: Risotto: 1,5 L di brodo vegetale, 6 cucchiai di olio d'oliva, 450 g di riso varietà Arborio, 0,5 L di vino rosso (es. Barbera d'Alba), 1-2 cucchiai di miscela "Tartufo Fortunato", 3 cucchiai di burro, 50 g Parmigiano Ratatouille: 1 cipolla, 2 spicchi d'aglio, 1 peperone rosso, 1 zucchina, 2 pomodori, 1 melanzana, 1 cucchiaino di timo Herbaria, sale, 1 mazzetto di prezzemolo Per la ratatouille, tagliare la melanzana a dadini, metterla in uno scolapasta e salare per eliminare l'acqua di vegetazione. Tagliare le altre verdure a dadini o bastoncini. Portare a ebollizione il brodo vegetale e tenerlo da parte in caldo. In una casseruola tostare il riso con 2 cucchiai di olio d'oliva fino a renderlo traslucido e sfumare con il vino rosso. Aggiungere un terzo del brodo e cuocere a fuoco dolce mescolando spesso e aggiungendo gradualmente il resto del brodo a mano a mano che il liquido si consuma. Mentre il riso cuoce, scaldare 4 cucchiai di olio d'oliva in una padella antiaderente, far rosolare brevemente le cipolle. Aggiungere l'aglio e il peperone, mescolare. Dopo 1 minuto aggiungere il timo, la zucchina e la melanzana strizzata. Soffriggere per 3-4 minuti. Tritare il prezzemolo e unirlo alle verdure insieme ai pomodori a dadini. Condire a piacere. Una volta che il risotto è cotto (circa 18 minuti) toglierlo dal fuoco, condire con la miscela di spezie “Tartufo Fortunato” e mantecare con il burro. Disporre il risotto con la ratatouille nei piatti e condire con una spolverata di parmigiano. Servire subito. <![CDATA[Dalla Svezia con amore: Kanelbullar!]]> 2022-09-13T00:00:00+02:00 2022-09-13T00:00:00+02:00 https://www.piccantino.ch/it-CH/info/ricettario-curiosita/dalla-svezia-con-amore-kanelbullar Piccantino svizzera@piccantino.com https://www.piccantino.ch/it-CH "Fika" probabilmente è la parola che la maggior parte delle persone associa alla Svezia. Quello e sicuramente anche "köttbullar", le polpettine di carne svedesi. Oggi però non parleremo di polpette, ma di un dolce che è praticamente un monumento nazionale ed è immancabile in ogni pausa caffè che si rispetti (perlomeno in Svezia) ovvero le Kanelbullar, le deliziose girelle alla cannella. 4 ottobre, il Kanebulllens dag La giornata internazionale della girella alla cannella è stata istituita nel 1999 da Kaeth Gardestedt, all'epoca una project manager del Consiglio svedese per la cottura in casa (Hembakningsrådet), per celebrare il suo 40° anniversario. L'idea era quella di attirare l'attenzione sulle ricette tradizionali svedesi e incentivare la preparazione dei prodotti da forno in casa, in particolare delle Kanelbullar. Il 4 ottobre è stato scelto perché nel 1999, proprio in quella data, veniva celebrata anche la Giornata internazionale dei bambini (cade ogni anno il primo lunedì di ottobre) e sembrava un'idea gentile associare le girelle alla cannella proprio ai bambini. A differenza di tante altre giornate dedicate ad altri cibi, il Kanebulllens dag è diventato subito molto popolare in Svezia e viene festeggiato anche in Finlandia. Che ne dici di celebrarlo anche tu quest'anno? Stupisci la tua famiglia o i colleghi di lavoro proponendo una "fika" in piena regola gustando deliziose Kanelbullar appena sfornate. Ecco una ricetta collaudata che sicuramente conquisterà tutti! Ricetta per circa 40 Kanelbullar Ingredienti per l'impasto: 800 g di farina 0 o 00 1 cubetto di lievito fresco 150 g di burro 500 ml di latte 1 cucchiaino di sale 90 g di zucchero semolato 1 ½ cucchiaino di semi di cardamomo macinati (danno più sapore, ma funziona bene anche il cardamomo macinato) Ingredienti per il ripieno: 150 g di burro 68 g di zucchero semolato 1 cucchiaio di cannella in polvere Per la glassa: 1 uovo granella di zucchero Procedimento Sciogliere il burro nel microonde e aggiungere il latte, scaldare a 37 °C. Sbriciolare il lievito in una ciotola e versarvi il composto di latte e burro mescolando delicatamente per fare in modo che il lievito si sciolga. Aggiungere sale, zucchero, cardamomo e quasi tutta la farina. Lavorare l'impasto fino a renderlo morbido e liscio. Coprire la ciotola con un canovaccio o un piatto pulito e lasciar lievitare l'impasto per 30 min. Preriscaldare il forno a 225 °C. Nel frattempo miscelare insieme gli ingredienti per il ripieno. Trasferire l'impasto sul piano di lavoro infarinato. Dividerlo in due parti e stenderle entrambe con un mattarello ottenendo due rettangoli di circa 30x45 cm. Distribuire il ripieno sui due impasti. Ripiegare in due i rettangoli dal lato lungo. Tagliare quindi l'impasto in strisce larghe circa 2 cm. Creare dei rotolini con ogni striscia di impasto formando una sorta di nodo molto morbido. Suggerimento: fissare l'estremità sotto al rotolino. Disporre le girelle distanziate tra loro sulle teglie rivestite con carta da forno. Lasciar lievitare sotto un canovaccio per altri 30 minuti. Spennellare le girelle con l'uovo sbattuto e spolverizzare con granella di zucchero. Infornare a media altezza per 8-10 minuti. Lasciar raffreddare su una gratella per dolci o nella teglia. Ti interessa sperimentare altre varianti? Prova ad aggiungere al ripieno 100 g di mandorle finemente tritate, oppure sostituisci la cannella con del cardamomo macinato per creare profumati rotolini al cardamomo (kardemummabullar). In alternativa si può anche sostituire la cannella con dello zucchero vanigliato. Non c'è limite alla fantasia! Grazie a Ronjah del nostro team svedese per la ricetta e per questo articolo. <![CDATA[L'arte di aromatizzare, evviva la semplicità]]> 2022-08-30T00:00:00+02:00 2022-08-30T00:00:00+02:00 https://www.piccantino.ch/it-CH/info/ricettario-curiosita/larte-di-aromatizzare-less-is-more Piccantino svizzera@piccantino.com https://www.piccantino.ch/it-CH Auguste Escoffier (1846-1935), brillante chef e riformatore in cucina, si affidava a semplici trucchi ma di grande efficacia. Un esempio: per le sue leggendarie uova strapazzate al Savoy di Londra, e poi al Ritz di Parigi, usava infilzare nei rebbi di una forchette degli spicchi d'aglio tagliati a metà e utilizzava poi questo utensile per sbattere le uova. Uno stratagemma semplice ma efficace per aromatizzare i cibi. Sistemi di questo tipo si possono facilmente utilizzare nella cucina di tutti i giorni. Un grande classico: l'olio vettore per gli aromi Gli oli da cucina di alta qualità sono praticamente un calcio di rigore in cucina, con la certezza di fare goal. Vi sono alcune varietà di olio molto saporite, come ad esempio quello di arachidi o di sesamo, che insaporiscono i piatti anche senza ulteriori condimenti. Tuttavia, gli oli vegetali sono perfetti anche per "trasportare" gli aromi di altri alimenti, come quelli di erbe, semi e frutti. Un esempio molto diffuso, soprattutto in Italia, è l'olio con il peperoncino oppure con il limone. Preparare quest'ultima variante è molto semplice, puoi farlo anche tu. Tutto ciò di cui hai bisogno è un buon olio d'oliva, due bottiglie di vetro pulite - o due barattoli con tappo a vite - e la scorza di limone tagliata a strisce. I professionisti sbollentano brevemente la scorza di limone per rimuovere le sostanze amare, quindi la asciugano accuratamente con carta da cucina. Non resta che mettere la scorza nel barattolo di vetro, ricoprire con l'olio e chiudere ermeticamente. L'olio deve riposare a temperatura ambiente per almeno 24 ore, preferibilmente in un luogo soleggiato. Trascorso questo tempo bisogna filtrarlo con un colino travasandolo nell'altro barattolo. Questo eccellente olio aromatizzato si sposa meravigliosamente, ad esempio, con l'avocado, con una baguette croccante oppure con insalate verdi, ma anche con il riso e la pasta. Combinazioni audaci che rinvigoriscono i sensi I chiodi di garofano sono un ottimo esempio di una spezia un po' sottovalutata. Fin dai tempi della nonna si utilizzano i chiodi di garofano, con il loro aroma inconfondibile, nelle composte di frutta, oppure nella grappa o nei dolci. E nei piatti salati? Un suggerimento semplice ma geniale è quello di aggiungere al brodo di pollo due o tre chiodi di garofano a seconda della quantità. Bisognerebbe inserirli in pentola già all'inizio, insieme a tutti gli altri ingredienti, quindi portare a ebollizione. Il risultato? Sensazionale! Se invece ami gli stufati, sia di carne che di verdure, "steccare" degli spicchi d'aglio tagliati a metà con i chiodi di garofano e aggiungerli al fondo di cottura è un modo perfetto per conferire alla pietanza un sapore aromatico delizioso. Anche le salse a base di formaggio e la fonduta si abbinano a meraviglia con i chiodi di garofano. Basta aggiungerne uno o due alla preparazione e scaldare. Una bomba! Spezie ed erbe essiccate? Perché no! Il sale, l'olio o l'aceto vengono spesso aromatizzati con i peperoncini secchi. Ovvio. Sebbene alcune persone storcano il naso quando sentono parlare di erbe essiccate, esistono alcune erbe aromatiche che sviluppano il loro profilo aromatico essenziale solo in questo stato. Un esempio? L'origano. Le sfumature più intense di queste piccole foglioline sono particolarmente pronunciate quando sono essiccate, soprattutto se parliamo di piante selvatiche. La frutta essiccata, come i fichi o le albicocche, è perfetta per insaporire l'aceto. Come si fa: tagliare a metà o in quarti 20 albicocche o fichi secchi, aggiungere un litro di aceto, preferibilmente aceto di vino bianco. La miscela deve essere lasciata in infusione in un luogo luminoso e soleggiato a temperatura ambiente per due o tre settimane. Esplora nuovi sapori C'è poco da fare: a tutte le persone, in ogni parte del mondo, piace mangiare bene. Oggi è anche più facile riuscire a reperire spezie particolari provenienti da luoghi remoti e sperimentare nuovi sapori. Ci sono squisiti tesori che bisognerebbe assolutamente conoscere, come ad esempio la fava tonka. Una spezia che combina note di vaniglia e di cannella e che viene già utilizzata da chef e pasticceri per creare dolci dall'aroma incomparabile. Ma ci sono anche altri ingredienti meno esotici che spesso vengono sottovalutati. Parlando del gusto amaro, le foglie di carciofo si possono impiegare per arricchire zuppe e salse, conferendo loro note davvero particolari. Oppure, pensando all'umami, il quinto gusto che abbiamo mediato dal Giappone, ci sono tante miscele di spezie e salse (come ad esempio la salsa di soia), che possono donare ai piatti un boost di sapore incredibile. Insomma, con gli ingredienti giusti, un po' di istinto e spirito d'avventura, ogni piatto può davvero essere completato al meglio con dei semplici accorgimenti. Il nostro consiglio in cucina, come nella vita, è quello di essere sempre curiosi e tenere gli occhi aperti, perché la prossima tendenza in cucina o la prossima spezia scoperta (o riscoperta) sono sicuramente dietro l'angolo!