Ricette e curiosità - Piccantino2024-11-21T12:11:18+01:00Zend_Feed_Writerhttps://www.piccantino.ch/it-CHPiccantinosvizzera@piccantino.comhttps://www.piccantino.ch/it-CH2022-12-13T00:00:00+01:002022-12-13T00:00:00+01:00https://www.piccantino.ch/it-CH/info/ricettario-curiosita/ricetta-di-natale-pan-di-zenzero-polaccoPiccantinosvizzera@piccantino.comhttps://www.piccantino.ch/it-CHIn Polonia il pan di zenzero è un elemento indispensabile del
Natale. Una torta ricca di aromi speziati, dal gusto delizioso e
intenso, che praticamente viene preparata in tutte le case per le
feste. La sua preparazione è una tradizione festosa che si celebra
in famiglia ed è particolarmente amata dai più piccoli. Accanto a
"karpia", cioè la carpa, i "pierogów", cioè i pierogi, una sorta di
ravioli, e il "kapusty z grzybami", un piatto a base di cavoli e
funghi, il pan di zenzero è un vero simbolo del Natale polacco.L'impasto del pan di zenzero è solitamente a base di farina di
frumento e di segale, che si possono miscelare in un rapporto di
1:1 oppure anche utilizzare solo la prima, ed è lievitato sia con
lievito per dolci che con bicarbonato di sodio. Per conferire al
dolce il suo caratteristico gusto e profumo, vengono aggiunti
all'impasto del miele e diverse spezie. Al posto del miele è
possibile utilizzare anche del caramello. Le spezie tipicamente
utilizzate sono cannella e chiodi di garofano. In quantità minori
si possono usare anche noce moscata , zenzero e pimento. Volendo è
possibile utilizzare anche delle miscele di spezie per pan di
zenzero già pronte. Il pan di zenzero va preparato qualche
giorno prima in modo che acquisti la giusta consistenza. È meglio
conservarlo in un luogo fresco e asciutto, dove può "riposare"
anche per diversi mesi.Ecco una ricetta per il pan di zenzero natalizio
polacco:Ingredienti:35 g di miele20 g di
zucchero4 uova2 cucchiai di acqua1 cucchiaio di burro1 kg di farina2 cucchiaini di bicarbonato di sodio1 cucchiaino di cannella in
polvere1 cucchiaino di chiodi di garofano
macinaticaramello ottenuto con un cucchiaino di zucchero20 g di noci tritate
grossolanamente10 g di uvetta
ammollataburro per ungere lo stampoPreparazione:Preriscaldare il forno a 160 °C.Montare il burro fino a quando non ha la consistenza a
pomata.Aggiungere i tuorli sbattuti con lo zucchero, la farina
mescolata con il bicarbonato di sodio, il miele sciolto in un
pentolino e il caramello (prepararlo con un cucchiaino di zucchero
e pochissima acqua finché assumerà un colore marrone).Mescolare con un cucchiaio fino ad ottenere un impasto
liscio.Aggiungere le noci e l'uvetta.Aggiungere le spezie e gli albumi montati a neve.Mescolare accuratamente dal basso verso l'alto e versare in uno
stampo da plumcake unto.Cuocere per circa 50 minuti.Fare la prova stecchino prima di tirar fuori dal forno.Lasciar raffreddare completamente prima di togliere dallo
stampo.La ricetta può essere variata, si possono aggiungere altri
ingredienti e altri possono essere omessi... come tutte le ricette
tradizionali, ogni famiglia ha la propria! C'è chi lo prepara senza
noci e uvetta e chi lo ricopre di cioccolato oppure di marmellata
una volta che il dolce si è raffreddato. La creatività non ha
limiti!Allora, che ne dici? Perché non stupire la tua famiglia e i tuoi
ospiti questo Natale con il pan di zenzero polacco? Una bella
novità per festeggiare in modo diverso dal solito!Non ci resta che augurare a tutti Buon
Natale!Grazie ad Aleksandra del nostro team polacco per la ricetta
e per questo articolo.2022-12-06T00:00:00+01:002022-12-06T00:00:00+01:00https://www.piccantino.ch/it-CH/info/ricettario-curiosita/chutney-un-condimento-saporito-per-una-grande-varieta-di-piattiPiccantinosvizzera@piccantino.comhttps://www.piccantino.ch/it-CHAromatico, colorato e dal gusto intenso: ecco come si può
descrivere un chutney, un condimento a base di frutta e/o verdura
fresca e spezie esotiche. Non c'è da stupirsi, visto che è
originario dell'India, la patria di colori vivaci, dei sapori
appetitosi e delle spezie intensamente aromatiche.Ispirazione per cuochi casalinghi e chef
professionistiDurante il periodo coloniale, gli inglesi che avevano scoperto i
chutney durante il loro soggiorno nel subcontinente indiano,
portarono questo allora sconosciuto condimento in Europa al loro
ritorno. Queste deliziose salse, a base di frutta, cipolle e spezie
furono così apprezzate, che legioni di cuochi in Inghilterra, sia
in casa che presso le case in cui lavoravano, iniziarono a creare
le loro ricette utilizzando ingredienti locali. I frutti esotici,
come mango e ananas, furono sostituiti con altri frutti come
albicocche, prugne, ciliegie o varietà più dolci di zucca. I vecchi
libri di cucina contengono ricette sorprendentemente raffinate e
suggerimenti per la preparazione. L'idea comune, che è comunque
errata, secondo cui i chutney, come le salse, vengono usati per
mascherare il sapore di piatti riusciti male, non potrebbe essere
più lontana dalla verità. Nella gastronomia di alto livello,
infatti, lo sviluppo e la produzione di chutney è considerata una
disciplina a sé stante ed è dominio di specialisti altamente
qualificati.La parola "chutney", d'altra parte, deriva da "chaatna" che
significa "leccare" in hindi... il che fa venire in mente "leccarsi
i baffi"!Sapori diversi e appetitosiI chutney si possono trovare in un'impressionante varietà di
sapori, che vanno dal fruttato, al piccante al dolce, ma sono
sempre meravigliosamente speziati. Sia a casa che nei ristoranti di
lusso si possono servire in tantissimi modi: come condimento per i
cibi alla griglia, per accompagnare terrine di pesce, per rendere
più interessante una cotoletta, come aggiunta ad un delizioso
tagliere di formaggi o come parte di un piatto di antipasti. Questo
piccolo tesoro dal gusto intenso viene sempre apprezzato ed esalta
tantissime pietanze.I chutney stimolano l'appetito, completano un buon piatto e
mostrano anche un po' di spirito cosmopolita con la loro vasta
gamma di sapori. Inoltre, durante l'inverno, quando fa freddo e
buio, queste bombe aromatiche dai colori vivaci aggiungono un tocco
di allegria e vivacità a tavola. Possiamo concludere dicendo che un
delizioso chutney è sempre un regalo gradito e una buona idea per
ogni occasione, anche durante le feste natalizie.Se vuoi provare a fare un chutney fatto in casa, ecco
una ricetta base:1 kg di frutta fresca o verdura dolce (zucca o
barbabietola)250 grammi di zuccheroda 0,25 a 0,5 L di aceto (usare più aceto per la frutta dolce e
meno aceto per la frutta acida)1 cipolla grande o 2 cipolle gialle medieolio dal sapore neutro, ad es. olio di girasole2 cucchiai di senape in polvere o semi di senape tritati
grossolanamente1 cucchiaino di saleProcedimento
Scaldare un po' d'olio in una padella e rosolare la cipolla tritata
molto finemente fino a renderla traslucida. Aggiungere l'aceto e lo
zucchero, portare a ebollizione e incorporare gli altri
ingredienti. Copriee e far cuocere a fuoco lento per almeno 20
minuti. Controllare ogni tanto per assicurarsi che il composto non
si asciughi troppo. Aggiungere un po' d'acqua se necessario, ma non
troppo, perché il chutney alla fine deve contenere pochissimo
liquido. Per conservarlo a lungo, versarlo in vasetti sterilizzati
e ben chiusi e riporre il chutney in un luogo buio e fresco.Variazioni: puoi aggiungere un tocco personale a questa ricetta
aggiungendo le tue spezie preferite, come peperoncino o zenzero,
oppure aggiungendo un po' di alcool, come whisky o un vino
dolce.2022-11-29T00:00:00+01:002022-11-29T00:00:00+01:00https://www.piccantino.ch/it-CH/info/ricettario-curiosita/3-consigli-per-rendere-irresistibili-le-mele-al-fornoPiccantinosvizzera@piccantino.comhttps://www.piccantino.ch/it-CHLe mele al forno sono un dolce semplicemente perfetto per la
stagione fredda, quando le giornate si accorciano e l'aria
frizzante della sera invita a ritirarsi al calduccio in casa e
godersi una bella tazza di tè e un dolcetto casalingo. Le mele
cotte evocano spesso ricordi d'infanzia, o le fiabe, con la loro
atmosfera un po' magica. Inoltre, la cosa migliore di tutto ciò, è
che per preparare delle ottime mele al forno non sono necessarie
particolari abilità o una lunga preparazione.Allora, come si fa a rendere davvero irresistibile una semplice
mela al forno? Siccome il tre è da sempre considerato il numero
perfetto, di seguito ti proponiamo 3 consigli d'oro per ottenere un
risultato strepitoso!Numero uno: la varietà di mele
Prima di tutto, la scelta della varietà di mela da utilizzare è più
una questione di consistenza piuttosto che di gusto. La mela deve
essere soda, per evitare che durante la cottura in forno si sfaldi
e che si spappoli una volta che vogliamo servirla. Tra le varietà
più adatte c'è la bella di Boskoop, una sorta di mela renetta
originaria dell'Olanda, ma anche le varietà Cox Orange, Berlepsch,
Jonagold e Gravensteiner vanno bene. Molte persone apprezzano che
la mela abbia un sapore più aspro, considerando che ci sono altri
ingredienti che andranno ad aggiungere dolcezza alla
preparazione.Numero due: il ripieno
Con l'utensile giusto è tutto più facile. Una massima che vale
ovviamente anche in cucina. In questo caso, un levatorsoli può
rivelarsi particolarmente utile. Non importa se lo utilizzi poche
volte all'anno, vale la pena averlo in cucina per ottenere delle
mele al forno perfette. Un altro accorgimento: nel levare il
torsolo alla mela, fai attenzione a non bucare anche il fondo del
frutto, altrimenti tutto il ripieno uscirà da sotto e addio magia!
A proposito del ripieno, ci sono ovviamente moltissime varianti. Il
ripieno classico è piuttosto semplice e prevede l'utilizzo di
mandorle o altra frutta secca, possibilmente un po' di marzapane,
uvetta, zucchero, cannella o miele. Ai più raffinati piace
aggiungere anche qualche goccia di Amaretto o Cointreau. Una volta
che tutti gli ingredienti sono stati amalgamati formando un impasto
omogeneo, si passa a farcire le mele. La quantità di ripieno deve
riempire bene l'incavo lasciato dopo aver levato il torsolo.Numero tre: la cottura
Ciò che molti ignorano è che per una cottura perfetta ci vuole la
giusta umidità, quindi è meglio ricoprire il fondo della teglia con
del liquido. La cosa migliore è preparare una miscela di succo di
mela e vino bianco. Nel caso in cui la ricetta sia per i bambini si
può omettere il vino e aromatizzare il succo di mela con dei chiodi
di garofano. A seconda delle caratteristiche del proprio forno, le
mele dovrebbero cuocere a 160-180 °C in forno ventilato o a 180-200
°C in forno statico con calore superiore/inferiore. A seconda delle
loro dimensioni, le mele saranno cotte dopo 20 o 30 minuti.Le mele al forno si possono servire con una salsa alla vaniglia
o con del gelato alla vaniglia, dipende dai gusti. C'è anche chi
preferisce gustarle "in purezza", senza aggiunte. Le mele al forno
si possono accompagnare con un vino dolce o con il vin brulé. Per
chi non ama gli alcolici, possiamo consigliare un tè nero delicato,
oppure un oolong o un rooibos che esaltano il gusto della mela.Non hai una ricetta per un ripieno goloso a portata di
mano? Ti aiutiamo proponendoti la versione classica del
ripieno per le mele al forno, sperando che ti piaccia!Ingredienti per circa 4 mele:40 g di uvetta o altra frutta essiccata (albicocche, prugne,
ecc.)4 cl di rum, Amaretto o Cointreau40 g di frutta secca tritata (noci, nocciole)30 g di mandorle tritate70 g di marzapane1 pizzico di cannella in polvere1 pizzico di chiodi di garofano macinati (facoltativo)Tostare brevemente le noci e le mandorle tritate in una padella
e versarle in una ciotola. Mescolare con tutti gli altri
ingredienti fino a ottenere un impasto omogeneo. Lasciare riposare
brevemente, farcire le mele e infornare.2022-11-08T00:00:00+01:002022-11-08T00:00:00+01:00https://www.piccantino.ch/it-CH/info/ricettario-curiosita/gulasch-il-piatto-nazionale-ungheresePiccantinosvizzera@piccantino.comhttps://www.piccantino.ch/it-CHIl gulasch, o meglio la zuppa di gulasch (in ungherese:
gulyásleves) prende il nome dalla persona che custodiva il "guly",
ovvero la mandria di bovini. In ungherese il termine "gulyás" è un
aggettivo, che in italiano potremmo tradurre come "alla bovara".
Fin dal X secolo, i mandriani, ovvero i "gulyás", usavano preparare
una zuppa a base di carne in paioli messi sul fuoco all'aperto
durante il loro duro lavoro di custodi delle mandrie di bestiame.
Solo nel XVIII secolo questa pietanza iniziò ad apparire sulla
tavola del popolo e della borghesia, giungendo persino alle tavole
degli aristocratici.Dall'Ungheria, il gulasch si è poi diffuso in tutta l'Europa
centro-orientale, dove la ricetta originaria ha subito talvolta
modifiche. Ad esempio, in molti paesi la zuppa viene cotta a lungo
facendola restringere fino a ottenere un piatto simile al nostro
spezzatino. Come tutte le ricette popolari, inoltre, ogni regione,
o addirittura ogni famiglia, ha sviluppato la propria ricetta che
ha poi tramandato di generazione in generazione. Di seguito
proponiamo invece la ricetta originale, quindi della zuppa di
gulasch, proprio come vuole la tradizione in Ungheria.Gli ingredienti principali della zuppa, che è diventata un
piatto nazionale ungherese, includono peperoni, patate, carote,
cumino e carne di manzo. Al giorno d'oggi, tuttavia, vengono spesso
utilizzati anche altri tipi di carne al posto del manzo, ad esempio
carne di pecora, maiale o persino il pollame.Ma bando alle ciance! È arrivato il momento di mettersi ai
fornelli!Ingredienti:600 g di stinco di manzo (o altro tipo di carne a scelta)400 g di patate300 g di cipolle rosse2 carote grandi1 rapa grande1 peperone bianco1 gambo di sedano1 pomodoro3 spicchi d'aglio1 cucchiaio di sale1,5 cucchiai di paprika dolce (volendo 1 cucchiaio di paprika
dolce e ½ di paprika piccante)1 cucchiaino di pepe nero1 cucchiaino di cumino macinato2 foglie di alloro½ mazzetto di prezzemolo5 foglie di sedano2 cucchiai di olio o burro2,5 litri d'acquaIn questa ricetta, la zuppa di gulasch viene servita con un
particolare tipo di pasta ungherese chiamata "csipetke", una sorta
di gnocchetti.Per la pasta occorrono:80 g di farina 001 uovo1 cucchiaino di saleUna volta che avrai a disposizione tutti gli ingredienti potrai
iniziare la preparazione. Tieni presente che il tempo di cottura
può variare a seconda del tipo di carne che hai scelto. Il pollame,
ad esempio, richiede un tempo di cottura più breve.Preparazione:Sciacquare la carne, asciugarla bene, tagliarla a cubetti di
circa 2 cm e tenerla da parte.Mondare le cipolle e tagliarle a cubetti. Quindi soffriggerle
in una pentola capiente in cui è stato messo l'olio (o il
burro).Aggiungere la paprika, sfumare con 1,5 dl d'acqua e lasciar
cuocere fino a quando non si consuma il liquido.Aggiungere la carne e rosolarla fino a quando sarà ben
sigillata da tutti i lati.Condire con sale e pepe, aggiungere il cumino e l'aglio
schiacciato, il pomodoro a cubetti, il peperone mondato tagliato in
due parti e le foglie di alloro. Far cuocere coperto a fuoco dolce
per 90 minuti.Nel frattempo preparare la pasta. Mescolare gli ingredienti
fino a formare un impasto omogeneo e sodo. Formare con le dita dei
piccoli gnocchetti strappando pezzetti di impasto della grandezza
dei ceci e metterli da parte.Tagliare a cubetti le verdure (carote, rapa, sedano e patate) e
aggiungerle alla zuppa insieme alle foglie di sedano e al
prezzemolo tritati. Aggiungere 2 - 2,5 litri d'acqua. Coprire e far
cuocere a fuoco dolce per altri 50 minuti.La zuppa è quasi pronta. Aggiungere la pasta (gnocchetti)
preparati in precedenza. Cuocere per altri 10 minuti. Servire la
zuppa calda.Questa volta la ricetta proviene da Gábor, un membro del
nostro team di traduttori ungheresi. Buon divertimento e buon
appetito... anzi Jó étvágyat!2022-10-12T00:00:00+02:002022-10-12T00:00:00+02:00https://www.piccantino.ch/it-CH/info/ricettario-curiosita/con-tartuflanghe-nel-regno-dei-tartufiPiccantinosvizzera@piccantino.comhttps://www.piccantino.ch/it-CHOgni anno, da ottobre a fine novembre, Alba e i paesi limitrofi
delle Langhe piemontesi si trasformano in un paradiso gastronomico,
perché è proprio qui che prospera il famoso tartufo bianco. Per
celebrare questo vero tesoro della natura, la città ospita in
questo periodo il Festival Internazionale del Tartufo Bianco, un
evento di fama mondiale. Qui i buongustai provenienti da ogni parte
del globo possono degustare specialità al tartufo e acquistare
anche i migliori prodotti a base di questo pregiato prodotto.Con le sue radici nella pittoresca cittadina piemontese di Alba,
Tartuflanghe è uno dei produttori di specialità al
tartufo più conosciuti al mondo. La ricerca del tartufo ha una
lunga tradizione presso l'azienda, che si impegna da sempre ad
offrire la massima qualità e a presentare nuovi prodotti. In
passato il tartufo veniva messo "sulle" tagliatelle, ma
Tartuflanghe lo ha messo direttamente "dentro" alla pasta. Come si
sa, il tartufo resta fresco solo per pochi giorni. Gli esperti di
Tartuflanghe hanno sviluppato un processo di crioessiccazione che
permette di preservare al meglio il tartufo. In origine il tartufo
era un prodotto raro ed esclusivo, che solo pochi eletti potevano
permettersi. Tartuflange ha ampliato la cerchia dei consumatori
proponendo questa particolare varietà di fungo in molte forme: da
raffinate salse gourmet agli snack più sfiziosi. Inoltre,
l'efficienza nella gestione e nella lavorazione della filiera ha
permesso a Tartuflanghe di sviluppare un rapporto privilegiato con
i migliori ristoranti e chef del mondo. Sono molti, infatti, gli
chef che creano prodotti innovativi al tartufo nei laboratori di
ricerca e sviluppo dell'azienda.La storia di Tartuflanghe risale al 1968, quando Beppe Montanaro
aprì un ristorante specializzato in funghi e tartufi nel comune di
Alba. Qualche anno più tardi, ebbe una nuova idea imprenditoriale e
nel 1975 fondò l'azienda Tartuflanghe a Piobesi d'Alba insieme alla
moglie, Domenica. Oggi Tartuflanghe possiede oltre 20 ettari di
tartufaie nelle regioni delle Langhe, del Roero e del Monferrato. I
tartufai si occupano della raccolta nelle aree boschive, e non
appena questi preziosi tesori dalle forme bizzarre arrivano in
azienda, vengono attentamente esaminati, selezionati e catalogati
secondo le loro qualità sensoriali ed estetiche. I tartufi migliori
vengono spediti freschi in tutto il mondo. Gli altri invece vengono
impiegati per realizzare i vari prodotti ideati dal team di
Tartuflanghe.Le prime specialità al tartufo sono state sviluppate per dare ai
clienti la possibilità di assaporare il gusto ineguagliabile del
tartufo anche fuori stagione. Con questo obiettivo in mente, nel
1990 è stata creata la prima pasta al tartufo al mondo:
"Tartufissima". Nel 1992 il prodotto è stato riconosciuto come la
migliore novità dell'anno al Summer Fancy Food Show di New York.
Alla gamma si sono poi aggiunti altri prodotti, come risotti,
polenta e fonduta di formaggio. Le ricette create da Beppe
rispecchiano l'autentica cucina tradizionale piemontese e hanno
conquistato in breve tempo il mercato dell'alta cucina.Tartuflanghe ha ottenuto svariate certificazioni internazionali,
come ad esempio l'IFS (International Featured Standards) e il BRC
(British Retail Consortium). Marchi riconosciuti dalla Global Food
Safety Initiative. Questi standard internazionali sono considerati
una qualifica fondamentale nell'industria alimentare e dimostrano
l'impegno per la sicurezza, la qualità e la legalità degli
alimenti. Sono indice, inoltre, di un impegno costante alla ricerca
di nuovi sviluppi e ad un miglioramento continuo del prodotto e dei
processi di lavorazione.2022-10-11T00:00:00+02:002022-10-11T00:00:00+02:00https://www.piccantino.ch/it-CH/info/ricettario-curiosita/polenta-e-carbonada-una-prelibatezza-valdostanaPiccantinosvizzera@piccantino.comhttps://www.piccantino.ch/it-CHIn quanto piemontese la polenta fa praticamente parte del mio
DNA. Sì, perché questo piatto della tradizione è da sempre presente
sulle tavole dei piemontesi, come anche dei lombardi, dei trentini,
dei veneti… insomma di tutte le regioni del Nord Italia e non solo.
La polenta come la conosciamo oggi, ovvero la polenta “gialla”,
cioè a base di farina di mais, si è diffusa in Italia ovviamente
solo dopo la scoperta dell’America, quando il granturco venne
importato in Europa. Prima di allora la polenta veniva preparata
con altri cereali, come l’orzo, il farro, la segale o il miglio, in
quanto si tratta di un piatto davvero antichissimo. Con
l’introduzione del mais e la sua ampia diffusione in tutta Italia,
in particolar modo nella Pianura Padana, in breve tempo la polenta
divenne l’alimento di base dei ceti popolari e contadini dando vita
a una vera e propria “civiltà della polenta”.C’è polenta e polentaAnche se in Piemonte parlando di polenta viene subito in mente
quella classica di mais, in realtà ne esistono di tantissimi tipi
diversi che si preparano con diversi tipi di farina. Ad esempio c’è
la polenta taragna, tipica della Valtellina e di altre zone della
Lombardia, che si prepara con una miscela di farina di mais e di
grano saraceno che le conferisce un colore scuro. In Friuli e
nell’entroterra veneto, invece, è diffusa la polenta bianca,
ottenuta dalla farina del mais Biancoperla, un presidio Slow Food
che si distingue per i chicchi di colore bianco perlaceo. La
polenta bianca viene servita come contorno a svariati piatti a base
di pesce. Nelle zone appenniniche della Toscana e dell’Emilia
Romagna esiste la “polenta dolce”, a base di farina di castagne.
Per non parlare della polenta che viene preparata in altri paesi
del mondo, dall’Africa all’America latina… insomma, di polente ce
ne sono davvero di tantissimi tipi!Un alimento versatileUno dei motivi del successo della polenta, oltre ovviamente alla
reperibilità e al costo contenuto, è sicuramente la sua
versatilità. In passato la polenta era praticamente utilizzata come
un sostituto del pane e in molte regioni settentrionali veniva
mangiata ogni giorno. La polenta può essere un primo piatto, un
piatto unico o un contorno, la si può preparare più soda o più
“lenta”. Si può ripassare al forno e farne degli sformati, oppure
friggerla e farla diventare croccante. C’è chi la preferisce
semplice chi invece condita con i formaggi, accompagnata con la
carne oppure con i funghi o le verdure.Polenta e carbonada alla valdostanaLa versione che ti proponiamo è un classico della cucina
valdostana. In Valle la polenta si può gustare sia semplice che
“concia”, ovvero condita abbondantemente con burro e formaggi, tra
cui la famosa Fontina. Per una versione più light meglio optare per
la polenta “in purezza”, se invece ami i piatti ricchi e saporiti
puoi “conciare” la polenta a tuo piacimento. Se non riesci a
trovare la Fontina puoi scegliere altri tipi di formaggio e farli
sciogliere nella polenta calda a fine cottura. Un grande classico
in Valle d’Aosta è la polenta con la salsiccia, oppure con la
carbonada, praticamente una sorta di spezzatino di carne di manzo a
lunga cottura di origine belga. Un piatto perfetto da gustare nelle
fredde serate autunnali o invernali, non solo in montagna.Preparazione della polentaLa polenta tradizionalmente viene cotta a lungo in un paiolo di
rame sul fuoco del camino o della stufa e mescolata continuamente
con un bastone di legno. Ovviamente oggi non è così semplice
seguire questo procedimento, quindi la polenta si può cuocere in
una normale pentola capiente sul piano di cottura che hai a
disposizione. L’importante è che venga mescolata continuamente per
evitare che si attacchi e si bruci. Io solitamente utilizzo una
buona farina di mais bramata che faccio cuocere per almeno 45
minuti. Le quantità per 4 persone, come piatto unico, sono: 350 g
di farina di mais e 2 litri d’acqua salata. Basta portare a
ebollizione l’acqua e, passaggio importantissimo, versare la farina
a pioggia e poca per volta mescolando bene per evitare che si
formino grumi. La polenta deve cuocere a fuoco dolce ed essere
continuamente mescolata, quindi bisogna avere buone braccia! Per
quanto sia semplice, preparare la polenta può essere lungo e
faticoso. Volendo è ovviamente possibile utilizzare una farina per
polenta precotta ma, a mio parere, vale la pena faticare un po’ per
assaporare il vero gusto della polenta!Se opti per la versione concia, prepara i formaggi che hai
scelto tagliandoli a dadini che andrai ad aggiungere alla polenta a
fine cottura insieme a una generosa porzione di burro.Ricetta della carbonadaPer preparare una carbonada deliziosa ci vuole un po’ di
pazienza e dei buoni ingredienti. Per marinare la carne
bisognerebbe optare per un vino rosso corposo mentre per la carne
si può scegliere il taglio in base ai propri gusti, l’importante è
che sia di vitello e non troppo grassa (io preferisco la noce o la
sottofesa).Ingredienti per 4 persone:800 g di polpa di vitello1 carota1 costa di sedano1 cipolla2-3 chiodi di
garofanouna stecca di cannella⅔ foglie di alloro60 g di burrofarinasalepepe1 cucchiaio olio extravergine di oliva1 L di vino rossoProcedimentoPreparare la marinatura con il vino, le spezie e le verdure
tagliate a pezzi. Aggiungere la carne tagliata a dadini di 3/4 cm e
lasciar marinare in frigo coperta per circa 8-10 ore.Trascorso il tempo della marinatura scolare la carne e
asciugarla bene con della carta assorbente. Infarinare poi i
pezzetti di carne e tenerli da parte.In una pentola capiente far sciogliere il burro con l’olio
d’oliva. Rosolare quindi la carne a fuoco vivo per sigillarla
bene.Aggiungere il vino della marinatura (senza verdure) e cuocere
per circa 1 ora a fuoco medio. Aggiungere quindi le verdure della
marinatura e le spezie, regolare di sale e pepe e cuocere per altre
2 ore circa a fiamma bassissima fino a quando la carne sarà tenera
e si sarà addensato il sugo.Servire la carbonada calda con la polenta.Grazie a Paola del nostro team italiano per la ricetta e per
questo articolo.2022-10-04T00:00:00+02:002022-10-04T00:00:00+02:00https://www.piccantino.ch/it-CH/info/ricettario-curiosita/miele-un-prodotto-naturale-dal-valore-inestimabilePiccantinosvizzera@piccantino.comhttps://www.piccantino.ch/it-CHIl miele è naturalmente ricco di zuccheri, che ne costituiscono
il 75%, principalmente sotto forma di fruttosio e glucosio. Per
questo è un'ottima alternativa allo zucchero tradizionale e
numerosi studi ci spiegano il perché.A seconda della varietà, il miele contiene preziosi minerali,
oligoelementi, vitamine, enzimi e sostanze fitochimiche come i
composti fenolici. Studi condotti in tutto il mondo hanno
ripetutamente dimostrato i benefici del miele sulla nostra salute.
Tuttavia, altre proprietà che gli vengono attribuite, come effetti
curativi o antibatterici, non possono essere concretamente
confermate per una ragione ovvia: i risultati variano da miele a
miele. Nella scelta del tipo di miele, il nostro consiglio è quello
di lasciarti guidare dal gusto. Provando e riprovando, troverai
sicuramente il tuo miele preferito!Una cosa che però potrebbe aiutarti nella scelta è la
distinzione approssimativa tra miele di fiori e miele di
melata.Flower power e un battito d'ali
Il miele di fiori può essere monorigine o misto. Il miele
monorigine deve contenere almeno il 51% di una singola specie
vegetale. Il più delle volte, gli apicoltori collocano gli alveari
vicino a grandi popolamenti di piante nel periodo della loro
fioritura, come ad esempio vicino a boschi di abeti rossi, prati di
trifoglio o campi di colza. In questi casi può verificarsi che la
proporzione relativa a queste particolari piante sia anche di molto
superiore al 51%. Il miele millefiori, o misto, è l'opposto:
proviene da una serie di fiori diversi ed è considerato più
rispettoso dell'ambiente. La maggior parte di questi tipi di miele
contiene ancora più nutrienti rispetto alle varianti
monovarietali.Anche la pappa reale ricopre un ruolo di particolare importanza:
il polline dei fiori delle api nutrici viene arricchito con enzimi
prodotti delle loro stesse ghiandole al fine di ottenere cibo
larvale per le future api regine. Il miele arricchito con la pappa
reale è considerato un "superfood delle api" perché ha alte
concentrazioni di aminoacidi, minerali e vitamine.Spesso sulle etichette del miele si possono trovare le diciture
"estivo" o "precoce", che altro non sono che un'indicazione del
periodo di fioritura. In termini di gusto, si può spaziare dal
floreale al fruttato e persino all'acidulo, dal leggermente dolce
allo speziato e all'amaro. In quanto prodotto naturale diretto, il
miele è soggetto a fluttuazioni naturali. Ogni annata è unica,
proprio come i fiori.Miele di melata: dagli afidi alle api
Quando gli afidi si nutrono e digeriscono la linfa delle piante,
espellono una secrezione zuccherina chiamata melata. Le api
raccolgono questo prezioso sciroppo come alternativa al nettare e
il risultato è un miele che colpisce per il suo colore
particolarmente scuro, spesso rossastro e che ha un ottimo sapore
speziato e maltato, spesso con un distinto retrogusto di liquirizia
o un delicato finale mentolato. In commercio solitamente si trova
il miele di melata con il nome di "miele di bosco", questo perché
solitamente è un miele che viene prodotto dove ci sono boschi
prevalentemente di conifere. Se il miele proviene principalmente da
boschi in cui ci sono molti abeti bianchi, allora viene chiamato
"miele di abete".Oltre che per una pronunciata varietà di aromi, il miele di
melata si distingue anche per la sua consistenza. Rimane infatti
piuttosto liquido per molto tempo ed è quindi ideale per
dolcificare le bevande o per creare marinate e glasse oppure ancora
come decorazione per dessert o piatti salati, come il formaggio.
Questo miele si sposa bene anche con le verdure come i peperoni
verdi o le cipolle rosse grazie al suo gusto particolarmente
aromatico.Il miele è vegan? Non proprio.
Chi segue una dieta vegana di solito preferisce evitare il miele,
perché le api nel loro incessante lavoro di raccolta volano
innumerevoli chilometri - secondo alcuni calcoli, persino il
corrispettivo di 2,5 orbite intorno al mondo - per produrre soli
500 grammi di miele. Quindi a volte si preferisce fare affidamento
su altre alternative a base vegetale. Se ne trovano diverse in
commercio, come ad esempio il cosiddetto miele di tarassaco, che le
nostre nonne e bisnonne facevano con fiori di tarassaco e zucchero.
Tuttavia, bisogna sottolineare che a questi prodotti vegan mancano
molti degli ingredienti preziosi per i quali il miele viene così
spesso elogiato.Qualunque sia la varietà prescelta, con il miele tutti possono
godere di uno straordinario prodotto naturale che merita molto
rispetto, perché è il dono di un affascinante micro-mondo e
l'orgoglio di piccoli animali fantastici e operosi.2022-09-21T00:00:00+02:002022-09-21T00:00:00+02:00https://www.piccantino.ch/it-CH/info/ricettario-curiosita/quattro-ricette-per-lautunnoPiccantinosvizzera@piccantino.comhttps://www.piccantino.ch/it-CHRicetta 1: Capriolo con olive
nereMiscela di spezie Herbaria: Passeggiata nel
boscoRicetta gourmet di Konrad GeigerTempi di preparazione: preparazione, 25 minuti
/ cottura, 1 ora / tempo di riposo, 40 minutiIngredienti per 4 persone:
1,2 kg di coscia di capriolo, 50 g di olive nere tagliate a metà e
snocciolate, 2 cucchiai di miscela di spezie "Passeggiata nel
Bosco" di Herbaria, 120 g di burro, 10 ml di vino porto, 50 ml +
600 ml di brodo di carne, 3 cucchiai di olio d'oliva, 100 g di
polenta grossa, 2 g di funghi porcini secchi, 1 cucchiaio di crème
fraîche, "Salgemma Siciliano" di Herbaria, pepe "Trio Noir" di
Herbaria, noce moscata grattugiataLardellare il cosciotto di capriolo con le olive nere e
strofinare generosamente con la miscela di spezie "Passeggiata nel
Bosco". Soffriggere la carne nel burro da tutti i lati in modo che
sia perfettamente sigillata, proseguire quindi la cottura in forno
a 185 °C per 20 minuti cospargendo spesso con il fondo di cottura.
Togliere dal forno, disporre la carne su un piatto, coprire con un
foglio di alluminio e lasciar riposare da parte.Preparare la salsa con il fondo di cottura della carne
trasferito in una casseruola. Aggiungere il porto e 50 ml di brodo
di carne e ridurre della metà. Infine unire l'olio d'oliva e
miscelare con un frullatore a immersione.Preparare la polenta ai porcini per accompagnare la carne.
Portare a ebollizione 300 ml di brodo di carne con i funghi porcini
secchi. Amalgamare la polenta con il resto del brodo freddo. Unire
quindi il composto di polenta al brodo bollente. Coprire e far
cuocere a fuoco basso per circa 30 minuti mescolando spesso.
Condire con sale, pepe e noce moscata, quindi incorporare la crème
fraîche.**************************************************
**********************************************Ricetta 2: Rösti delizioso
Miscela di spezie Herbaria: PrelibatezzaIngredienti per 1 Rösti grande (per 3-4
persone)
1 kg di patate a pasta gialla
2 cucchiai di mix di spezie "Prelibatezza" di Herbaria
5-6 cucchiai di olio d'oliva
200 g di crème fraîche, panna acida o yogurt
sale e pepeLavare bene le patate, cuocerle in una pentola con acqua salata
per 20-30 minuti a seconda delle loro dimensioni. Volendo è
possibile aggiungere un pizzico di cumino all'acqua di cottura
delle patate per conferire loro una nota aromatica. Scolare le
patate, farle raffreddare e lasciarle da parte per un giorno.
Grattugiare quindi le patate con una grattugia a fori grandi
preferibilmente semplicemente sul piano di lavoro in modo che non
si schiaccino troppo. Condire con la miscela di spezie mescolando
con molta attenzione.
Scaldare 3 cucchiai di olio d'oliva in una padella ampia e
antiaderente. Disporre le patate nella padella formando uno strato
spesso e modellare delicatamente in modo che abbia uno spessore
uniforme. Cuocere a fuoco medio per 12 minuti fino a quando non si
forma una crosticina croccante. Girare il rösti aiutandosi con un
coperchio o con un piatto piano abbastanza grande. Aggiungere un
po' di olio nella padella e far scivolare di nuovo il rösti nella
padella cuocendolo dall'altro lato per altri 12 minuti. Sformare
quindi su un piatto da portata o su un tagliere di legno e tagliare
a pezzi.
Condire la crème fraîche con un pizzico di sale e pepe e servire il
rösti insieme a un'insalata verde.Consiglio: il rösti si può preparare senza sbucciare le
patate. Ciò permette non solo si risparmiare tempo, ma il rösti
avrà anche un sapore decisamente migliore!**************************************************
**********************************************Ricetta 3: Minestra di zuccaMiscela di spezie Herbaria: Regina ZuccaRicetta gourmet di Konrad GeigerTempi di preparazione: preparazione, 30 minuti
/ cottura, 1 oraIngredienti per 4 persone:
500 g di zucca Hokkaido, 2 cucchiai di ghee (burro chiarificato), 1
cipolla a dadini, 1 spicchio d'aglio a dadini, 1 L di brodo
vegetale, 250 ml di latte di cocco, 2 cucchiai di miscela di spezie
"Regina Zucca", saleLavare la zucca, tagliarla in quarti, privarla dei semi e dei
filamenti interni e cuocerla in forno a 170 °C per 45 minuti.
Tagliare quindi la zucca a pezzetti. Scaldare il burro chiarificato
in una pentola, aggiungere le cipolle e l'aglio e soffriggere per 5
minuti fino a quando non diventano traslucidi. Far rosolare
brevemente la zucca, aggiungere il brodo e il latte di cocco.
Lasciar sobbollire per circa 15 minuti. A fine cottura frullare
finemente con un mixer a immersione. Condire con la miscela "Regina
Zucca" e sale. Servire caldo.Consiglio: servire con crostini di pane nero o grissini
fatti in casa.**************************************************
**********************************************Ricetta 4: Risotto al vino rosso e "Tartufo
Fortunato" con ratatouilleMiscela di spezie Herbaria: Tartufo
FortunatoRicetta gourmet di Konrad GeigerTempi di preparazione: preparazione, 40 min /
cottura, 18 minIngredienti per 4 persone:Risotto: 1,5 L di brodo vegetale, 6 cucchiai di
olio d'oliva, 450 g di riso varietà Arborio, 0,5 L di vino rosso
(es. Barbera d'Alba), 1-2 cucchiai di miscela "Tartufo Fortunato",
3 cucchiai di burro, 50 g ParmigianoRatatouille: 1 cipolla, 2 spicchi d'aglio, 1
peperone rosso, 1 zucchina, 2 pomodori, 1 melanzana, 1 cucchiaino
di timo Herbaria, sale, 1 mazzetto di prezzemoloPer la ratatouille, tagliare la melanzana a dadini, metterla in
uno scolapasta e salare per eliminare l'acqua di vegetazione.
Tagliare le altre verdure a dadini o bastoncini.Portare a ebollizione il brodo vegetale e tenerlo da parte in
caldo. In una casseruola tostare il riso con 2 cucchiai di olio
d'oliva fino a renderlo traslucido e sfumare con il vino rosso.
Aggiungere un terzo del brodo e cuocere a fuoco dolce mescolando
spesso e aggiungendo gradualmente il resto del brodo a mano a mano
che il liquido si consuma. Mentre il riso cuoce, scaldare 4
cucchiai di olio d'oliva in una padella antiaderente, far rosolare
brevemente le cipolle. Aggiungere l'aglio e il peperone, mescolare.
Dopo 1 minuto aggiungere il timo, la zucchina e la melanzana
strizzata. Soffriggere per 3-4 minuti. Tritare il prezzemolo e
unirlo alle verdure insieme ai pomodori a dadini. Condire a
piacere. Una volta che il risotto è cotto (circa 18 minuti)
toglierlo dal fuoco, condire con la miscela di spezie “Tartufo
Fortunato” e mantecare con il burro. Disporre il risotto con la
ratatouille nei piatti e condire con una spolverata di parmigiano.
Servire subito.2022-09-13T00:00:00+02:002022-09-13T00:00:00+02:00https://www.piccantino.ch/it-CH/info/ricettario-curiosita/dalla-svezia-con-amore-kanelbullarPiccantinosvizzera@piccantino.comhttps://www.piccantino.ch/it-CH"Fika" probabilmente è la parola che la maggior parte
delle persone associa alla Svezia. Quello e sicuramente anche
"köttbullar", le polpettine di carne svedesi. Oggi però
non parleremo di polpette, ma di un dolce che è praticamente un
monumento nazionale ed è immancabile in ogni pausa caffè che si
rispetti (perlomeno in Svezia) ovvero le
Kanelbullar, le deliziose girelle alla
cannella.4 ottobre, il Kanebulllens dagLa giornata internazionale della girella alla cannella è stata
istituita nel 1999 da Kaeth Gardestedt, all'epoca una project
manager del Consiglio svedese per la cottura in casa
(Hembakningsrådet), per celebrare il suo 40° anniversario. L'idea
era quella di attirare l'attenzione sulle ricette tradizionali
svedesi e incentivare la preparazione dei prodotti da forno in
casa, in particolare delle Kanelbullar. Il 4 ottobre è stato scelto
perché nel 1999, proprio in quella data, veniva celebrata anche la
Giornata internazionale dei bambini (cade ogni anno il primo lunedì
di ottobre) e sembrava un'idea gentile associare le girelle alla
cannella proprio ai bambini.A differenza di tante altre giornate dedicate ad altri cibi, il
Kanebulllens dag è diventato subito molto popolare in
Svezia e viene festeggiato anche in Finlandia. Che ne dici di
celebrarlo anche tu quest'anno? Stupisci la tua famiglia o i
colleghi di lavoro proponendo una "fika" in piena regola gustando
deliziose Kanelbullar appena sfornate. Ecco una ricetta collaudata
che sicuramente conquisterà tutti!Ricetta per circa 40 KanelbullarIngredienti per l'impasto:800 g di farina 0 o 001 cubetto di lievito fresco150 g di burro500 ml di latte1 cucchiaino di
sale90 g di
zucchero semolato1 ½ cucchiaino di semi di
cardamomo macinati (danno più sapore, ma funziona bene anche il
cardamomo macinato)Ingredienti per il ripieno:150 g di burro68 g di zucchero semolato1 cucchiaio di
cannella in polverePer la glassa:1 uovogranella di
zuccheroProcedimentoSciogliere il burro nel microonde e aggiungere il latte,
scaldare a 37 °C.Sbriciolare il lievito in una ciotola e versarvi il composto di
latte e burro mescolando delicatamente per fare in modo che il
lievito si sciolga.Aggiungere sale, zucchero, cardamomo e quasi tutta la farina.
Lavorare l'impasto fino a renderlo morbido e liscio. Coprire la
ciotola con un canovaccio o un piatto pulito e lasciar lievitare
l'impasto per 30 min.Preriscaldare il forno a 225 °C. Nel frattempo miscelare
insieme gli ingredienti per il ripieno.Trasferire l'impasto sul piano di lavoro infarinato. Dividerlo
in due parti e stenderle entrambe con un mattarello ottenendo due
rettangoli di circa 30x45 cm. Distribuire il ripieno sui due
impasti.Ripiegare in due i rettangoli dal lato lungo. Tagliare quindi
l'impasto in strisce larghe circa 2 cm. Creare dei rotolini con
ogni striscia di impasto formando una sorta di nodo molto morbido.
Suggerimento: fissare l'estremità sotto al rotolino.Disporre le girelle distanziate tra loro sulle teglie rivestite
con carta da forno.Lasciar lievitare sotto un canovaccio per altri 30 minuti.
Spennellare le girelle con l'uovo sbattuto e spolverizzare con
granella di zucchero.Infornare a media altezza per 8-10 minuti. Lasciar raffreddare
su una gratella per dolci o nella teglia.Ti interessa sperimentare altre varianti?Prova ad aggiungere al ripieno 100 g di mandorle finemente
tritate, oppure sostituisci la cannella con del cardamomo macinato
per creare profumati rotolini al cardamomo (kardemummabullar). In
alternativa si può anche sostituire la cannella con dello zucchero vanigliato. Non
c'è limite alla fantasia!Grazie a Ronjah del nostro team svedese per la ricetta e per
questo articolo.2022-08-30T00:00:00+02:002022-08-30T00:00:00+02:00https://www.piccantino.ch/it-CH/info/ricettario-curiosita/larte-di-aromatizzare-less-is-morePiccantinosvizzera@piccantino.comhttps://www.piccantino.ch/it-CHAuguste Escoffier (1846-1935), brillante chef e riformatore in
cucina, si affidava a semplici trucchi ma di grande efficacia. Un
esempio: per le sue leggendarie uova strapazzate al Savoy di
Londra, e poi al Ritz di Parigi, usava infilzare nei rebbi di una
forchette degli spicchi d'aglio tagliati a metà e utilizzava poi
questo utensile per sbattere le uova. Uno stratagemma semplice ma
efficace per aromatizzare i cibi. Sistemi di questo tipo si possono
facilmente utilizzare nella cucina di tutti i giorni.Un grande classico: l'olio vettore per gli
aromiGli oli da cucina di alta qualità sono praticamente un calcio di
rigore in cucina, con la certezza di fare goal. Vi sono alcune
varietà di olio molto saporite, come ad esempio quello di arachidi
o di sesamo, che insaporiscono i piatti anche senza ulteriori
condimenti. Tuttavia, gli oli vegetali sono perfetti anche per
"trasportare" gli aromi di altri alimenti, come quelli di erbe,
semi e frutti. Un esempio molto diffuso, soprattutto in Italia, è
l'olio con il peperoncino oppure con il limone. Preparare
quest'ultima variante è molto semplice, puoi farlo anche tu. Tutto
ciò di cui hai bisogno è un buon olio d'oliva, due bottiglie di
vetro pulite - o due barattoli con tappo a vite - e la scorza di
limone tagliata a strisce. I professionisti sbollentano brevemente
la scorza di limone per rimuovere le sostanze amare, quindi la
asciugano accuratamente con carta da cucina. Non resta che mettere
la scorza nel barattolo di vetro, ricoprire con l'olio e chiudere
ermeticamente. L'olio deve riposare a temperatura ambiente per
almeno 24 ore, preferibilmente in un luogo soleggiato. Trascorso
questo tempo bisogna filtrarlo con un colino travasandolo
nell'altro barattolo. Questo eccellente olio aromatizzato si sposa
meravigliosamente, ad esempio, con l'avocado, con una baguette
croccante oppure con insalate verdi, ma anche con il riso e la
pasta.Combinazioni audaci che rinvigoriscono i
sensiI chiodi di garofano sono un ottimo esempio di una spezia un po'
sottovalutata. Fin dai tempi della nonna si utilizzano i chiodi di
garofano, con il loro aroma inconfondibile, nelle composte di
frutta, oppure nella grappa o nei dolci. E nei piatti salati? Un
suggerimento semplice ma geniale è quello di aggiungere al brodo di
pollo due o tre chiodi di garofano a seconda della quantità.
Bisognerebbe inserirli in pentola già all'inizio, insieme a tutti
gli altri ingredienti, quindi portare a ebollizione. Il risultato?
Sensazionale! Se invece ami gli stufati, sia di carne che di
verdure, "steccare" degli spicchi d'aglio tagliati a metà con i
chiodi di garofano e aggiungerli al fondo di cottura è un modo
perfetto per conferire alla pietanza un sapore aromatico delizioso.
Anche le salse a base di formaggio e la fonduta si abbinano a
meraviglia con i chiodi di garofano. Basta aggiungerne uno o due
alla preparazione e scaldare. Una bomba!Spezie ed erbe essiccate? Perché no!Il sale, l'olio o l'aceto vengono spesso aromatizzati con i
peperoncini secchi. Ovvio. Sebbene alcune persone storcano il naso
quando sentono parlare di erbe essiccate, esistono alcune erbe
aromatiche che sviluppano il loro profilo aromatico essenziale solo
in questo stato. Un esempio? L'origano. Le sfumature più intense di
queste piccole foglioline sono particolarmente pronunciate quando
sono essiccate, soprattutto se parliamo di piante selvatiche. La
frutta essiccata, come i fichi o le albicocche, è perfetta per
insaporire l'aceto. Come si fa: tagliare a metà o in quarti 20
albicocche o fichi secchi, aggiungere un litro di aceto,
preferibilmente aceto di vino bianco. La miscela deve essere
lasciata in infusione in un luogo luminoso e soleggiato a
temperatura ambiente per due o tre settimane.Esplora nuovi saporiC'è poco da fare: a tutte le persone, in ogni parte del mondo,
piace mangiare bene. Oggi è anche più facile riuscire a reperire
spezie particolari provenienti da luoghi remoti e sperimentare
nuovi sapori. Ci sono squisiti tesori che bisognerebbe
assolutamente conoscere, come ad esempio la fava tonka. Una spezia
che combina note di vaniglia e di cannella e che viene già
utilizzata da chef e pasticceri per creare dolci dall'aroma
incomparabile. Ma ci sono anche altri ingredienti meno esotici che
spesso vengono sottovalutati. Parlando del gusto amaro, le foglie
di carciofo si possono impiegare per arricchire zuppe e salse,
conferendo loro note davvero particolari. Oppure, pensando
all'umami, il quinto gusto che abbiamo mediato dal Giappone, ci
sono tante miscele di spezie e salse (come ad esempio la salsa di
soia), che possono donare ai piatti un boost di sapore incredibile.
Insomma, con gli ingredienti giusti, un po' di istinto e spirito
d'avventura, ogni piatto può davvero essere completato al meglio
con dei semplici accorgimenti.Il nostro consiglio in cucina, come nella vita, è quello di
essere sempre curiosi e tenere gli occhi aperti, perché la prossima
tendenza in cucina o la prossima spezia scoperta (o riscoperta)
sono sicuramente dietro l'angolo!